La prevenzione, lo abbiamo ripetuto più volte, è lo strumento più importante per prevenire la comparsa di qualsiasi problema di natura odontoiatrico. Più trattiamo i nostri denti e, più in generale, la nostra igiene orale con cura e attenzione, meno dovremo vedere il nostro dentista!
Sicuramente qualche visita periodica nel suo studio dovremo farla, proprio con l’obiettivo di mantenere in buona salute denti e gengive. Per esempio per sottoporci al trattamento della detartrasi che rappresenta una delle tappe fondamentali per prevenire la formazione del tartaro e minimizzarne gli accumuli.
Detartrasi, che cos’è e in cosa consiste il trattamento
Tecnicamente si chiama anche ablazione del tartaro e consiste in un trattamento di pulizia particolarmente accurata che ha lo scopo principale di eliminare placca e tartaro dalla superficie dei denti. Affinchè questo accada, il trattamento prevede anche un’accurata pulizia dei bordi gengivali e degli spazi interdentali dove la placca tende ad accumularsi.
La detartrasi rientra a pieno titolo tra le buone abitudini di una corretta igiene orale perchè se trascuriamo la presenza di placca e tartaro alla lunga potrebbero insorgere fenomeni di carie e altri disturbi odontoiatrici rilevanti, come infiammazioni e problemi alle gengive.
Non c’è bisogno di dire che soltanto un dentista/igiensita dentale possano eseguire il trattamento della detartrasi che non va sostituita in alcun modo con i classici rimedi fai da te casalinghi dal momento che per rimuovere placco e tartaro sono assolutamente necessari strumenti che possiamo trovare solo nello studio di un professionista. Insomma: questa volta non bastano spazzolino, dentifricio e filo interdentale!
La frequenza con la quale sottoporsi alle sedute di detartrasi viene naturalmente decisa dal dentista/igiensita dentale, solitamente si aggira intorno ai 6 mesi con specifiche differenti per ogni situazione.
Detartrasi, le fasi del trattamento
L’ablazione del tartaro prevede una serie di fasi e l’utilizzo di strumenti specifici di cui solo il dentista/igienista dentae è fornito nel suo studio.
Detartrasi sopragengivale e sottogengivale
Solitamente si distinguono fasi di detartrasi sopragengivale e detartrasi sottogengivale. Quali sono le differenze principali tra le due fasi?
La differenza riguarda essenzialmente la zona in cui vengono rimossi la placca e il tartaro. E’ opportuno, infatti, che il trattamento di pulizia riguardi sia la parte visibile delle gengive che quella sottostante, ossia il bordo gengivale dove potrebbero accumularsi tartaro e placco innescando infezioni e problemi gengivali.
Sarà il dentista/igienista dentae a decidere, sulla base della condizione gengivale del paziente, se basterà ricorrere soltanto ad una delle due fasi del trattamento oppure ad entrambe. Tutto dipende dalla quantità di tartato e placca che si sono accumulate: la presenza di infiammazioni indicherà il livello di accumulo e a questo punto lo specialista interverrà con strumenti ad hoc per liberare le gengive e rendere possibile la loro guarigione.
Detartrasi, l’utilizzo degli ultrasuoni e gli altri strumenti
Il professionista userà strumenti specifici per completare ottimamente il trattamento della detartrasi. I più comuni sono gli ablatori ad ultrasuoni, la curette e le polveri abrasive.
I primi combinano gli ultrasuoni ad un flusso di acqua consentendo la rimozione di batteri vivi e calcificati.
Gli ablatori ad ultrasuoni sono certamente tra gli strumenti più avanzati e attualmente utilizzati per questo tipo di trattamento. Funzionano producendo le oscillazioni ad altissima frequenza di una punta metallica sterilizzata che letteralmente rompe gli accumuli di tartaro sopragengivali e sottogengivali e, di conseguenza, distrugge anche i batteri che costituiscono la placca. L’utilizzo di questa tecnica ha il vantaggio di riuscire ad eliminare anche la materia più piccola senza danneggiare né i denti, né le gengive.
La curette viene usata per rinuovere manualmente l’accumulo di placca e tartaro.
La polvere abrasiva, infine, viene usata nella fase conclusiva per eliminare eventuali residui microbici o di macchie.
In caso di necessità si può usare anche il laser.
Durante il trattamento vengono utilizzati tutti gli strumenti a disposizione in maniera combinata per raggiungere il risultato migliore.
Detartrasi, cosa fare in caso di sanguinamento
Casi di sanguinamento post-detartrasi sono piuttosto comuni, un fenomeno comunque passeggero e di breve durata. Tutto dipende dalla profondità della pulizia e dalla situazione che il dentista trova … nella bocca del paziente e più in genertale nell’apparato della persona. Ad ogni modo basterà aspettare un po’, ma in caso che il sanguinamento non cessi la parola d’ordine è: rivolgersi al proprio dentista/igiesnista dentale.
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