La recessione gengivale, spesso descritta in gergo come gengive che si ritirano o gengive ritirate, non è altro che una condizione patologica nella quale le gengive arretrano, recedono appunto, lasciando una superficie scoperta del dente più estesa del normale.
Il primo effetto della recessione gengivale, ma non sicuramente il più importante, è quindi la compromissione estetica in quanto le gengive ritirate fanno apparire i denti più lunghi e scoprono la radice dei denti.
Effetti più importanti della recessione gengivale sono l’aumento del rischio di carie, l’ipersensibilità dentinale, le difficoltà masticatorie, la fragilità dei denti e nei casi più gravi la mobilità e/o caduta dei denti.
Vediamo come prevenire e/o trattare casi di gengive ritirate.
Prevenzione della recessione gengivale
Le recessione gengivale può derivare da uno scorretto spazzolamento o da un accumulo di placca e tartaro. In tutti e due i casi è essenziale quindi eseguire una corretta igiene orale domiciliare almeno 2 volte al giorno. In particolare è fondamentale la tecnica di spazzolamento: non bisogna mai spazzolare i denti in orizzontale o dal dente verso la gengiva, bensì occorre muovere lo spazzolino dalla gengiva verso la fine del dente.
Anche l’igiene professionale va eseguita almeno 1 o 2 volte l’anno per prevenire problemi gengivali come la recessione gengivale.
Trattamento delle gengive ritirate
Nel caso in cui ormai notiamo delle gengive ritirate, l’unico rimedio è rappresentato dalla chirurgia parodontale, che si pone l’obiettivo di ricostruire il giusto supporto all’elemento dentale e dare la giusta copertura alla radice.
Gli interventi di chirurgia gengivale possibili sono:
- Innesto di tessuto molle, con il quale si tenta di ricostruire la gengiva ormai ritirata.
- Impianto del dente, rimedio drastico con il quale si cerca di risolvere il problema delle gengive ritirate.