Fino a qualche decina di anni fa, il problema dell’ipersensibilità dentinale era sicuramente ridotto rispetto alla patologia cariosa. Oggi si assiste ad un ascesa vertiginosa, di questo problema che coinvolge varie fasce della popolazione. Ce ne parla la Dott.ssa Rita Coniglio.
Partiamo dal presupposto che un dente sano è costituito da una sufficiente presenza di smalto, con struttura compatta ed impenetrabile e che non fa percepire in modo fastidioso il caldo o il freddo.
Generalmente il paziente percepisce come un danno la presenza di carie, o meglio di una cavità brunastra sul dente, mentre in presenza di una sensazione di si preoccupa di meno, se non quando questo è persistente e/o diffuso. L’errore è non indagare sulla causa, ma correre ai ripari con prodotti specifici. Esistono dentifrici o collutori adeguati al problema che risolvono in parte o del tutto, ma stabilire la causa dell’ipersensibilità dentinale aiuta ad arrestare la perdita dello smalto.
Solitamente si tratta di erosioni, abrasioni o abfrazioni, ma le ragioni possono essere diverse. Le erosioni hanno origine chimica, tipica di alimenti acidi e bevande gasate, o patologie gastriche mal curate che modificano l’ambiente orale rendendolo acido: lo smalto in queste condizioni perde minerali. Altra situazione che porta alle erosioni è il ridotto apporto di saliva o la modificazione della stessa. Questa condizione, solitamente è legata all’assunzione di farmaci.
Le abrasioni sono di origine meccanica, quindi spazzolini troppo aggressivi o manovre inappropriate o ancora sostanze abrasive strofinate frequentemente sul dente. Infine le abfrazioni sono legate alle maleocclusioni, che non permettono la distribuzione di un carico adeguato sull’elemento dentario, e che portano alla perdita della porzione più sottile dello smalto che si trova vicino al margine gengivale.
Il risultato comune a queste condizioni è il sintomo della ipersensibilità dentinale, perché lo smalto, essendo ridotto, non svolge più la sua funzione. Utili i prodotti che alleviano la sintomatologia, ma individuarne la causa resta fondamentale per arrestare la perdita di questo prezioso tessuto.