La valutazione clinica dell’alitosi si basa solitamente su un esame soggettivo, da parte del clinico, che consiste nell’odorare l’aria espirata dalla bocca (di origine orale e faringea) e dal naso del paziente (di origine nasale o sinusale) e confrontarle. In rari casi, quando i due odori hanno un’intensità simile, è più verosimile una causa sistemica.
In alcuni casi viene utilizzata la gas cromatografia, una tecnica impiegata a scopo analitico che analizza l’aria, la saliva, la superficie linguale alla ricerca di componenti volatili che possano giustificare l’alitosi.
Terapia dell’alitosi
I metodi più accreditati per la cura dell’alitosi sono:
- la riduzione meccanica dei microorganismi,
- la riduzione chimica dei microorganismi,
- la neutralizzazione chimica dei componenti volatili.
La rimozione meccanica del biofilm orale è il primo step per il controllo dell’alitosi. L’utilizzo di chewing gum senza zucchero, la pulizia della lingua, lo spazzolamento con dentifricio specifico contro l’alitosi dopo i pasti dei denti con l’associazione di scovolini e filo interdentale si associa a una significativa riduzione dell’alitosi.
Agenti antibatterici orali come la clorexidina e il triclosan, agendo sui batteri produttori di alitosi, aiutano il trattamento. La clorexidina è il gold standard nel trattamento dell’alitosi.
Conclusioni
Con un’appropriata diagnosi e identificazione dell’eziologia, può essere formulato un appropriato iter terapeutico adatto al singolo paziente.
Nel caso sia presente un reale stato di alitosi, é molto importante attuare una valutazione interdisciplinare per il trattamento dell’alitosi al fine di prevenire una diagnosi sbagliata e una terapia non appropriata.
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