Capita spesso di notare la titubanza dei pazienti nel sottoporsi all’ablazione del tartaro. La Dott.ssa Anna Rizzo ci spiega il perché di questo stato d’animo diffidente durante le sedute di igiene dentale.
È un atteggiamento dovuto a una serie d’informazioni in materia condivise dai più in maniera errata, nonché a un certo timore nei confronti del manipolo ablatore.
Quest’ultimo in particolare è spesso associato alla turbina o più correntemente al trapano in quanto ugualmente rumoroso e dal funzionamento poco conosciuto. Da qui le domande frequenti di pazienti preoccupati: “Dottore, mi ha tagliato il labbro?” o “Dottore ma con questo trapano non si consuma lo smalto?”.
La risposta è “Certamente no” perché l’ablatore non è uno strumento rotante, tantomeno uno strumento da taglio. Lavora grazie all’emissione di ultrasuoni che al solo contatto con il tartaro lo frantumano senza che sia necessario alcun tipo di sfregamento o percussione sulla superficie del dente.
È uno strumento assolutamente innocuo che non ha alcun impatto sui tessuti molli della cavità orale (labbra, lingua, gengive) e non può causare né tagli né abrasioni. Ovviamente l’ablatore va usato da un medico qualificato, in grado di:
- Valutare la frequenza delle sedute necessarie al singolo paziente;
- Fornire adeguate indicazioni sull’igiene domiciliare;
- Supervisionare la salute generale della bocca dei suoi pazienti.