Avete mai sentito parlare del processo di demineralizzazione dei denti? E’ qualcosa che ha a che vedere con lo smalto dei nostri denti che per il 97% è composto da sostanze minerali che nel corso del tempo, e per svariate ragioni, può erodersi o abradersi.
Man mano che le sostanze minerali di cui è formato lo smalto sono sottoposte al fenomeno chimico dell’erosione o a quello meccanico dell’abrasione, il dente diviene maggiormente vulnerabile. Vediamo cosa succede quando s’innesca questo particolare processo di demineralizzazione e come intervenire per mettere al sicuro la nostra salute orale.
Lo smalto dei denti
Lo smalto dentale è un tessuto traslucente che riveste la corona del dente (la parte esposta e visibile), proteggendola dall’usura e dall’attacco acido dei batteri. È costituito per il 2-3% da acqua e componenti organiche (proteine), mentre il rimanente 97-98% è rappresentato da sostanze inorganiche che lo rendono il tessuto più mineralizzato dell’organismo. Preponderante la presenza dell’idrossiapatite, un composto minerale formato da ioni calcio e ioni fosfato.
Il colore dello smalto è determinato dalla tonalità della dentina sottostante, che solitamente tende al giallo. Maggiore è lo spessore dello smalto, più i denti appariranno bianchi, poiché non farà trasparire il colore della dentina. Il fluoro (contenuto in dentifrici e collutori), se assunto in quantità moderate, è un ottimo ausilio per mantenere lo smalto mineralizzato e prevenire la sua erosione.
Sintomi
Il processo di demineralizzazione va sicuramente accertato dal proprio odontoiatra di fiducia che controllerà una serie di segnali ben precisi:
- presenza di macchie bianche opache e marroni sullo smalto dentale
- aree trasparenti
- denti ingialliti
- accentuata sensibilità al caldo e al freddo
- forma irregolare dei denti
- incrinature e microfratture sul dente
- emersione della dentina
- difficoltà al morso
Le cause
Non c’è un unico motivo che scatena il processo di erosione dei componenti minerali dello smalto dentale. Diverse, quindi, le cause che si dividono in due categorie principali:
- Esogene
- Endogene
Le cause esogene sono legati a fattori esterni come l’alimentazione. Per quale motivo? Ci sono cibi e bevande con un Ph molto acido (anche inferiore a 5.5) e che possono sottoporre lo smalto a forti stress acidogeni. Tra gli alimenti “nemici” dello smalto ci sono sicuramente alcune bibite gassate/dolci e il succo di limone.
Le cause endogene sono da ricollegare al reflusso gastro-esofageo e disturbi alimentari che fanno sì che il ph nel cavo orale sia particolarmente acido.
Le soluzioni
Una volta accertata la presenza della demineralizzazione in corso dei nostri denti, va individuata la causa e, se è possibile, eliminata quanto prima.
Nel frattempo si può intervenire, sempre sul presupposto del parere del dentista/igienista dentale, utilizzando dentifrici al fluoro e remineralizzanti come Emofom Actifluor, dentifricio al fluoro per la prevenzione della carie che, grazie alla sua speciale formula a base di floruro stannoso e floruro di sodio, agisce sui tre fattori alla base della carie:
- Riduce notevolmente la produzione di acido lattico da parte dei batteri;
- Limita la proliferazione dei batteri incidendo sui processi vitali e replicativi alla base degli stessi;
- Protegge le strutture dentali e rinforza lo smalto mediante la liberazione di ioni floruro.
Tale approccio può essere una strategia iniziale di contenimento del problema, che potrà poi essere gestito in maniere più approfondita a livello professionale con l’impiego di trattamenti remineralizzanti specifici, specie nei casi più significativi
Senza dimenticare la buona e sana abitudine di una corretta igiene orale quotidiana.
Purtroppo questi sistemi di contenimento del problema servono a poco quando la demineralizzazione è avanzata e ha già causato danni gravi allo smalto dei denti.
Per fortuna anche l’odontoiatria moderna continua ad evolversi e il problema può essere arginato con l’impiego di vari tipi di tecniche ricostruttive o protesiche.